Le Case di Houzz: Pannelli in OSB Trasformano un Appartamento
Un living per ricevere, una parete divisoria e un letto-cocoon cambiano volto a un appartamento da “vecchia Milano”
Una casa di ringhiera a Milano piena di fascino aveva bisogno di una revisione radicale. Era infatti connotata da una distribuzione degli spazi tipica di come venivano realizzate le case dai primi del Novecento agli anni Quaranta: ingresso, cucina e stanzette da letto. Un committente e uno studio di architettura hanno lavorato con grande affiatamento all’individuazione di soluzioni niente affatto scontate. Facendo leva sulle comuni corde “creative” delle proprie professioni e su un metodo di lavoro realmente sinergico.
Il pannello in Osb in ingresso separa la camera da letto (sulla destra) e il soppalco (sopra). La porta di sinistra è quella del bagno.
In un progetto di ristrutturazione, le vie dell’interazione tra architetti e committenza sono potenzialmente infinite. Dalla totale sintonia fino allo scontro diretto, niente è veramente escluso quando in ballo ci sono aspettative, gusti e un budget spesso importante. Anche se a volte, per alchimie spesso misteriose, a fare la differenza possono essere convergenze e sintonie imprevedibili. Una sorta di DNA comune che crea il legante: è quello che è successo nel nostro caso, quando entra in gioco lo studio di architettura milanese Ghostarchitects, al secolo Silvia Cirabolini e Alberto Soana. Complice un’amica comune, Stefano e i Ghostarchitects si incontrano per discutere dell’appartamento e delle sue potenzialità.
Bicicletta da pista: Cinelli Vigorelli. Stefano ha acquistato il solo telaio nudo e poi ha selezionato tutti gli altri componenti per avere un setup adatto all’uso cittadino
In un progetto di ristrutturazione, le vie dell’interazione tra architetti e committenza sono potenzialmente infinite. Dalla totale sintonia fino allo scontro diretto, niente è veramente escluso quando in ballo ci sono aspettative, gusti e un budget spesso importante. Anche se a volte, per alchimie spesso misteriose, a fare la differenza possono essere convergenze e sintonie imprevedibili. Una sorta di DNA comune che crea il legante: è quello che è successo nel nostro caso, quando entra in gioco lo studio di architettura milanese Ghostarchitects, al secolo Silvia Cirabolini e Alberto Soana. Complice un’amica comune, Stefano e i Ghostarchitects si incontrano per discutere dell’appartamento e delle sue potenzialità.
Bicicletta da pista: Cinelli Vigorelli. Stefano ha acquistato il solo telaio nudo e poi ha selezionato tutti gli altri componenti per avere un setup adatto all’uso cittadino
Questa porta prima era sulla parete che divideva la stanza da letto dal soggiorno. Quella parete è stata eliminata per creare un’unica zona giorno, ma le ante sono state recuperate e montate nel pannello in Osb su un sistema con binario a vista (tipo quello delle porte dei fienili), in modo da renderle scorrevoli e non più a battente.
Scatta subito un’ottima complicità. «Forse anche a causa di un mestiere per alcuni aspetti comune, che si nutre per buona parte degli stessi stimoli creativi e che molto ha a che fare con la rappresentazione visiva di un concetto in bilico tra prerogative funzionali e sentimenti, atmosfere e praticità quotidiana», ci raccontno entrambi.
E qui, non ne siamo stupiti, salta fuori anche Houzz: nei dialoghi preliminari, Stefano e i Ghostarchitects hanno usato Houzz per affinare la propria sintonia, creando con un Ideabook condiviso, una vera e propria moodboard, capace di mettere in comune idee, gusti e aspettative sul progetto in corso. Fino poi a puntualizzare le inedite soluzioni progettuali che vediamo nella galleria di immagini.
E qui, non ne siamo stupiti, salta fuori anche Houzz: nei dialoghi preliminari, Stefano e i Ghostarchitects hanno usato Houzz per affinare la propria sintonia, creando con un Ideabook condiviso, una vera e propria moodboard, capace di mettere in comune idee, gusti e aspettative sul progetto in corso. Fino poi a puntualizzare le inedite soluzioni progettuali che vediamo nella galleria di immagini.
Il primo desiderata manifestato da Stefano, dunque, era stato quello di poter godere di un grande living, meglio se inondato di luce. Uno spazio vitale, per lui che ama ricevere e organizzare cene. A ciò si aggiungeva inoltre la necessità di poter disporre di numerosi spazi contenitori insieme a un terzo letto da destinare agli amici in visita che arrivano da fuori città: due richieste che, complice l’altezza dei soffitti di 3,40 metri in tutta la casa, i Ghostarchitects non hanno fatto fatica a implementare nella stanza accanto all’ingresso, la vecchia cucina convertita in camera da letto.
Sedie: Eames DSW di Vitra; sospensione bianca sopra il tavolo: Ranarp di Ikea
Sedie: Eames DSW di Vitra; sospensione bianca sopra il tavolo: Ranarp di Ikea
La soluzione per il salotto individuata da Ghostarchitects è stata quella di unire la vecchia zona notte e soggiorno in un unico ambiente, abbattendo il tramezzo che divideva le due stanze. Il risultato, un ampio living segnato da un’estetica un po’ “loft”, è stato ridefinito dalla scelta di un pavimento in rovere industriale finito a olio e da una cucina su disegno installata sopra una pedana in cemento.
Per quanto riguarda gli arredi, la maggior parte proveniva dal vecchio appartamento e sono stati felicemente ricollocati nel nuovo spazio, tra cui la libreria realizzata su disegno dello stesso Stefano. Intorno, una palette orientata a colori neutri che ha permesso a Stefano di appendere e valorizzare alcune serigrafie e artwork realizzati da amici e colleghi illustratori e grafici.
Divano: riproduzione del Freeform Sofa di Isamu Noguchi, acquistato da Cargo Milano
Divano: riproduzione del Freeform Sofa di Isamu Noguchi, acquistato da Cargo Milano
La realizzazione della cucina è stata un primo caso di importante sinergia: dopo che i Ghostarchitects avevano impostato e condiviso il layout insieme a materiali e colori, Stefano ha avuto la massima libertà di scelta tra i fuochi, la cappa e il lavello che più rispecchiavano le sue esigenze e i suoi gusti. Le lampade a sospensione, invece, sono un’autoproduzione realizzata dallo stesso padrone di casa assemblando componenti rimediati da svariati negozi e ferramenta.
Cucina (composizione lineare bianca, isola e parete di colonne in legno): Logica 2.2 di Valdesign; piano cottura a induzione e forno: Electrolux; cappa: Turn di Franke.
Cucina (composizione lineare bianca, isola e parete di colonne in legno): Logica 2.2 di Valdesign; piano cottura a induzione e forno: Electrolux; cappa: Turn di Franke.
PRIMA. In questa immagine, la porta di ingresso nel salotto prima dei lavori di ristrutturazione. Il vecchio appartamento manteneva un’apertura a forma di arco che fin da subito cliente e architetti avevano concordato di trasformare in un oblò. Durante i lavori, poi, si è scoperto che di foro ne esisteva un altro, precedentemente tamponato. Riaperto, l’oblò permette alla luce di filtrare anche dalla zona notte e dall’ingresso.
I doppi oblò, perfettamente simmetrici sopra le porte, rafforzano il sapore grafico e la caratterizzazione storica della casa. Nella stessa parete osserviamo uno scorcio inconsueto: è quello che dà sul letto di Stefano, ubicato nella stanza accanto all’ingresso ricavata da quello che un tempo era il vecchio salotto. Una continuità affatto scontata, quella tra un letto a mezz’aria e il soggiorno, che per ora è stata mantenuta aperta e a vista – Stefano non si nega neanche un piccolo salto tra letto e soggiorno! – e che un domani potrebbe essere chiusa da una parete di cartongesso.
La spalliera è stata acquistata nuova in un negozio online di articoli sportivi professionali per palestre. «L’ho cercata per mesi – racconta Stefano – ma in zona non si trovava nulla (visto l’ingombro era impensabile andare a recuperarla lontano). Poi il caso vuole che la settimana dopo averla comprata ho scoperto che la mia scuola di yoga ne dismetteva una, ma ormai era troppo tardi… La uso, non assiduamente ma la uso. Ovviamente era anche un “pezzo d’arredo” che mi piaceva avere. Non nascondo che ogni tanto ci stendo anche i panni!».
Libreria a colonna: Ptolomeo di Opinion Ciatti
La spalliera è stata acquistata nuova in un negozio online di articoli sportivi professionali per palestre. «L’ho cercata per mesi – racconta Stefano – ma in zona non si trovava nulla (visto l’ingombro era impensabile andare a recuperarla lontano). Poi il caso vuole che la settimana dopo averla comprata ho scoperto che la mia scuola di yoga ne dismetteva una, ma ormai era troppo tardi… La uso, non assiduamente ma la uso. Ovviamente era anche un “pezzo d’arredo” che mi piaceva avere. Non nascondo che ogni tanto ci stendo anche i panni!».
Libreria a colonna: Ptolomeo di Opinion Ciatti
In contrasto con la zona giorno, votata all’apertura e all’ampiezza, la zona notte si distingue per un carattere spiccatamente cocoon: un luogo raccolto, un piccolo nido per ritrovarsi, ma allo stesso tempo una soluzione pratica capace di lasciare spazio a molti contenitori.
Il merito è tutto di un’intuizione sviluppata dagli architetti, quella di un doppio volume dove il letto – effettivamente rialzato rispetto alle consuetudini più diffuse – è appoggiato su una pedana che si raggiunge salendo tre scalini.
Nello spazio inferiore, una serie di ante danno accesso a spazi contenitori mentre, di fronte al letto, nella parete attrezzata trova spazio un armadio su disegno che divide la stanza dal corridoio.
Nello spazio inferiore, una serie di ante danno accesso a spazi contenitori mentre, di fronte al letto, nella parete attrezzata trova spazio un armadio su disegno che divide la stanza dal corridoio.
Ancora, un letto per gli ospiti, posizionato sopra al corridoio e accanto al letto, ma sfalsato. A questo si accede attraverso una scala a pioli in ferro. Riceve aria dal primo oblò, evitando il classico senso di soffocamento che caratterizza molti soppalchi.
E il materiale usato per la parete attrezzata? Anche qui, in questo continuo rimando di spunti e soluzioni, l’intuizione è arrivata da Stefano, che ha pensato a un materiale economico ma al tempo stesso dal forte impatto visivo quale l’OSB (Oriented Strand Board) per realizzare la parete-armadiatura e la pedana.
Menzione d’onore, poi, a Riccardo Zelante, il falegname che ha realizzato l’opera: un lavoro di precisione e pazienza, realizzato quasi interamente in loco con una logica realmente sartoriale così da adattarsi alle reali dimensioni e (mancati) allineamenti dello spazio.
Menzione d’onore, poi, a Riccardo Zelante, il falegname che ha realizzato l’opera: un lavoro di precisione e pazienza, realizzato quasi interamente in loco con una logica realmente sartoriale così da adattarsi alle reali dimensioni e (mancati) allineamenti dello spazio.
Come vive la casa Stefano oggi, a sei mesi dalla ristrutturazione? Dopo una buona esperienza nel suo nuovo appartamento, Stefano ci racconta che niente di quanto scelto insieme a Ghostarchitects lo abbia portato a un ripensamento di funzioni e disposizioni. Tutto gli piace proprio com’è. Per il resto, c’è il work in progress: per le tende che ancora deve montare, per la parete che un giorno potrà tamponare, o per l’OSB che, al momento debito, potrà in caso riconsiderare in un altro colore.
Lavabo: Strada di Ideal Standard; miscelatore: Pico di Mamoli; specchi: Langesund di Ikea
In quest’ultima foto, un’immagine del lavabo da appoggio nel bagno. Accanto, un’opera dalla collezione di Stefano: un indicatore certo, pensiamo noi, che la creatività non ha confini e che può trovare posto veramente dappertutto, compresa la stanza da bagno. «Mi piace acquistare in giro pezzi di illustratori (con una predilezione per i pezzi tipografici) come si vede anche in altre foto dell’appartamento, possibilmente in serigrafia numerata come in questo caso, che rendono l’oggetto più materico e unico. L’ho acquistato un milione di anni fa e l’ho tenuto nel cassetto fino a quando non gli ho trovato posto nella nuova casa, proprio in bagno», conclude Stefano.
In quest’ultima foto, un’immagine del lavabo da appoggio nel bagno. Accanto, un’opera dalla collezione di Stefano: un indicatore certo, pensiamo noi, che la creatività non ha confini e che può trovare posto veramente dappertutto, compresa la stanza da bagno. «Mi piace acquistare in giro pezzi di illustratori (con una predilezione per i pezzi tipografici) come si vede anche in altre foto dell’appartamento, possibilmente in serigrafia numerata come in questo caso, che rendono l’oggetto più materico e unico. L’ho acquistato un milione di anni fa e l’ho tenuto nel cassetto fino a quando non gli ho trovato posto nella nuova casa, proprio in bagno», conclude Stefano.
Dexter, il “nuovo padrone di casa” appena arrivato
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz.
Hai usato Houzz per ristrutturare casa? Manda il link del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz.
Hai usato Houzz per ristrutturare casa? Manda il link del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Foto della casa: Mauro Santoro
Chi ci abita: Stefano Joker Lionetti, graphic designer
Dove: zona Farini, Milano
Superficie: 70 m² distribuiti tra ingresso, camera da letto, bagno e living
Anno di costruzione: inizi ‘900
Anno di ristrutturazione: 2016
Architetti: studio Ghostarchitects
Metti un graphic designer milanese che si fa incuriosire da un annuncio immobiliare che da sei mesi staziona sul portone di un vecchio palazzo di ringhiera, non lontano dal vivace quartiere Isola e dal quel Bosco Verticale che ha già fatto scuola in tutto il mondo. Metti una visita all’appartamento inondato di luce e un istinto subitaneo che, sì, quel posto poteva veramente fare al caso suo. Mettici pure l’immediata consapevolezza, a fronte dei punti forti che la casa manifestava, che ci sarebbe stato bisogno di rivedere completamente la distribuzione degli spazi per garantire una vivibilità più gradevole e funzionale.
Così, più o meno, potremmo riassumere la parabola dell’incontro tra Stefano Joker Lionetti, graphic designer specializzato nella creazione di caratteri tipografici e identità visive (nella foto), e il suo futuro appartamento. Un amore a prima vista, dunque, che non riesce però ad accecare completamente i difetti dell’altro. Troppe le stanzette in rapporto al numero dei metri quadri, troppe soprattutto per chi, come Stefano, preferisce di gran lunga gli spazi aperti e ariosi. Un architetto sarebbe stato in grado di ripensare efficacemente funzioni e volumi? Ottimista di natura, Stefano si lancia alla ricerca di un professionista.