Prima e Dopo a Confronto: 3 Rustici Diventano Contemporanei
Scopriamo come materiali tipicamente rurali, come legno e pietra a secco, si prestano a creare uno stile contemporaneo
Il vissuto di un edificio, la sua memoria di materiali e proporzioni è un valore aggiunto, un che di intangibile – si direbbe oggi – che lo rende unico, lo trasforma in racconto e stimola la curiosità di chi lo vive. Come salvaguardare questo aspetto senza rinunciare a uno stile contemporaneo? Camminando in equilibrio tra origine e destinazione, tra passato e futuro. Ci riescono i progettisti di queste tre ristrutturazioni, tutte in contesti di campagna. La chiave di volta è la scelta dei materiali, naturali e legati alle origini degli edifici, e il loro utilizzo che unisce funzione ed estetica contemporanea.
L’edificio in pietra è stato ristrutturato con lo stesso materiale e conservando lo stesso disegno per porta e finestre. Il volume annesso, che in origine era in cemento, è stato rivestito con travi in legno di larice. Il legno non è stato verniciato, in questo modo il tempo e gli agenti atmosferici ne trasformeranno il colore virando verso il grigio. Una sorta di richiamo al cemento originario, ma in una veste più calda e in armonia con l’ambiente.
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Pietra, legno e cemento tornano anche negli interni. Il pavimento è in resina effetto cemento, alcune porzioni di parete interna sono in muro a secco realizzato recuperando, dove possibile, le pietre originarie e integrandole con altre reperite sul territorio. I solai sono in legno di abete, i soffitti in castagno. L’arredo è minimale e la palette cromatica è composta dalle varie gradazioni di beige, marrone chiaro e grigio.
Materiali, proporzioni e colori consentono all’edificio di rispettare il paesaggio circostante. Gli strati isolanti in fibra di legno, i pannelli solari e i tetti ventilati lo rendono sostenibile.
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Materiali, proporzioni e colori consentono all’edificio di rispettare il paesaggio circostante. Gli strati isolanti in fibra di legno, i pannelli solari e i tetti ventilati lo rendono sostenibile.
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Il rustico del ‘900 aggiornato con il legno
Dove: Madesimo (Sondrio)
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: ES-arch enricoscaramelliniarchitetto
Consulenti: Studio associato Bianco & Mastai, studio H2o, Arch. Francesco Manzoni
Superficie: 243 m²disposti su tre piani
Anche in questo progetto convivono due epoche diverse: gli anni ‘20 in cui è stato edificato il corpo principale – a destra in foto – a gli anni ‘70, in cui è stato annesso il blocco a sinistra. Al centro, una scala coperta segna il passaggio dall’uno all’altro, elemento che i progettisti hanno conservato.
Dove: Madesimo (Sondrio)
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: ES-arch enricoscaramelliniarchitetto
Consulenti: Studio associato Bianco & Mastai, studio H2o, Arch. Francesco Manzoni
Superficie: 243 m²disposti su tre piani
Anche in questo progetto convivono due epoche diverse: gli anni ‘20 in cui è stato edificato il corpo principale – a destra in foto – a gli anni ‘70, in cui è stato annesso il blocco a sinistra. Al centro, una scala coperta segna il passaggio dall’uno all’altro, elemento che i progettisti hanno conservato.
Ed ecco come appare l’edificio dopo i lavori. La superficie esterna è stata rivestita con intonaco rustico posato a cazzuola per riprodurre i vecchi intonaci tipici rurali. La facciata ha cambiato volto. Non solo per gli ampliamenti concessi ad alcune delle aperture ma anche per l’utilizzo del legno in ampi pannelli usati come parapetti. Una scelta che ha reso più contemporaneo ma anche più caldo lo stile dell’esterno.
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L’ampio uso del legno torna anche all’interno. In abbinamento con il bianco delle pareti conferisce uno stile essenziale e accogliente allo stesso tempo. Senza cadere nella caricatura della classica baita di montagna, questo progetto propone una chiave di lettura valida e interessante per la ristrutturazione di uno dei tanti edifici rurali del ‘900 presenti in Italia.
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Gli antichi ruderi che convivono con la nuova piscina
Dove: Serra San Quirico (Ancona)
Anno di ristrutturazione: dal 2009 al 2011
Architetto: Giorgio Balestra
Superficie: 160 m² con circa 2000 m² di terreno circostante
Questa proprietà, nelle campagna marchigiane, si trovava in serio pericolo di crollo. Non è stato possibile salvare la struttura originaria ma il progettista non solo ne ha ricalcato gli aspetti ma ha voluto conservarne un dettaglio in particolare.
Dove: Serra San Quirico (Ancona)
Anno di ristrutturazione: dal 2009 al 2011
Architetto: Giorgio Balestra
Superficie: 160 m² con circa 2000 m² di terreno circostante
Questa proprietà, nelle campagna marchigiane, si trovava in serio pericolo di crollo. Non è stato possibile salvare la struttura originaria ma il progettista non solo ne ha ricalcato gli aspetti ma ha voluto conservarne un dettaglio in particolare.
Si tratta dello sperone in pietra che si vede all’estrema sinistra dell’edificio. Rimane a testimoniare la storicità del palazzo, le sue origini ottocentesche. E si trasforma in elemento di decoro inedito.
Pur avendo riproposto la pietra sulla facciata e le finestrature originarie, il progettista è riuscito ad inserire una zona piscina integrandola in modo armonico con il contesto rurale. Anche il pergolato in legno, che crea una piacevole zona d’ombra non disturba l’estetica di insieme. Al contrario, conferisce il calore tipico delle case di campagna.
Pur avendo riproposto la pietra sulla facciata e le finestrature originarie, il progettista è riuscito ad inserire una zona piscina integrandola in modo armonico con il contesto rurale. Anche il pergolato in legno, che crea una piacevole zona d’ombra non disturba l’estetica di insieme. Al contrario, conferisce il calore tipico delle case di campagna.
Non a caso il legno domina anche all’interno, in abbinamento alla pietra e ad arredi minimali e in stile decisamente contemporaneo.
Interno ed esterno dialogano proprio grazie alla condivisione dei materiali e di un approccio che ha tradotto la semplicità dell’architettura rurale nel linguaggio essenziale del contemporaneo.
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Interno ed esterno dialogano proprio grazie alla condivisione dei materiali e di un approccio che ha tradotto la semplicità dell’architettura rurale nel linguaggio essenziale del contemporaneo.
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Dove: località Monsanto, Barberino Tavernelle (FI)
Anno ristrutturazione: 2017
Architetti: Ora Architetti
Superficie: 220 m²
Costo: circa 350.000 €
Questo rudere, situato su una collina con vista sulle campagne toscane, era composto da due corpi, uno risalente all’Ottocento, l’altro, successivo, costruito negli anni ‘50 e poi condonato. Da un lato la pietra tradizionale, dall’altro il grigio cemento in una dicotomia che in molti avrebbero annullato. Il progettista, al contrario ha conservato e reinterpretato questa caratteristica, vediamo come.